28/05/15

Capire le elezioni locali spagnole

Il 24 di Maggio hanno avuto luogo in Spagna le elezioni regionali in 13 "Comunidades Autónomas" (tutte tranne: País Vasco, Galicia, Andalucía, Catalunya), e anche municipali in tutti comuni del paese. Le elezioni regionali hanno visto l'irruzione forte della nuova formazione Podemos (sinistra) e in misura minore anche di Ciudadanos (destra laica liberale).

Queste elezioni sono rilevanti non solo per la Spagna ma per l'intera Europa, sia per la dimensione del paese, sia per gli elementi innovativi che sono emersi dai risultati, che riaffermano la Spagna come un cantiere sociale di sperimentazione politica. Quindi, la comprensibilità del fenomeno é una questione importante in tutta l'Europa. Ma in paesi come l'Italia o la Germania la narrazione mediatica risulta insoddisfacente, in contraposizione ad altri che hanno mostrato più attenzione e cultura giornalistica, come la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Come esempi illustrativi di questa affermazione si legga "Frankfurter Allgemaine Zeitung", "Süddeutsche Zeitung", "La Stampa", "la Repubblica" in confronto a "Le Monde", "The Guardian" o "The New York Times". Leggendo i primi, uno avrebbe potuto concludere che Podemos da solo avrebbe cambiato il panorama politico delle elezioni comunali. Bisogna sottolineare che Podemos non ha presentato alcuna candidatura municipale a suo nome. In una gran parte dei municipi, si sono formate piattaforme popolari che rappresentano la confluenza di diversi gruppi, dove i circuiti locali di Podemos in molti casi sono presenti però con un peso variabile. Queste piattaforme cercano di evocare lo spirito del 15M (gli indignati) e di altri movimenti aggregatesi negli ultimi anni: piattaforma contro gli sfratti, movimenti di difesa di sanità scuola e università pubbliche, movimenti ambientalisti, piattaforma per un nuovo modello energetico, almeno un altro nuovo partito politico come EQUO...

Non si tratta solo di una reazione alla "Rettungspolitik" (politica di salvataggio) come sostengono alcuni media tedeschi. Non si tratta di movimenti ideologicamente e strutturalmente antieuropeisti, come sostengono alcuni media italiani, sebbene ctritichino alcuni politiche dell'establishment europeo. Si tratta di una nuova forma d'intendere la politica, dove il levello di partecipazione cittadina é alta, il finanziamento evita sistematicamente il coinvolgimento delle banche, dove esiste una completa trasparenza. Questo ha trovato la sua maggiore realizzazione nelle candidature municipali, particolarmente significative nelle "due capitali" della Spagna: Madrid (Manuela Carmena, cofondatrice dell'associazione "giudici per la democrazia") e Barcellona (Ada Colau, cofondatrice della piattaforma di vittime degli sfratti). Alla luce dei risultato, saranno entrambe sindaco delle rispettive citta`.

Manuela Carmena, candidata sindaco a Madrid per la lista "Ahora Madrid".
Fonte: Europapress.
Ada Colau, candidata sindaco a Barcellona per la lista "Barcellona en Comú".
Fonte: Barcelona en Comú.


Una nota sul sistema elettorale spagnolo. A tutti i livelli non é proporzionale ma non prevede nemmeno premi di maggioranza fissi. Senza entrare in detagli tecnici, vige un sistema di attribuzione dei seggi dinamico che favorisce i partiti di maggioranza relativa e quelli con forte concentrazioni locali (ad esempio regionalisti), penalizzando quelli più piccoli ma a difussione più ampia ed omogenea nel territorio nazionale.

Va notato che in Spagna é possibile che un partito che non possegga la maggioranza assoluta governi in minoranza, cercando il consenso tema per tema. Sebbene il PP (partito popolare, destra conservatrice, al governo con maggioranza assoluta dal 2011) resti per poco il partito più votato, in molte situazioni locali sono ora possibili governi dalle liste cittadine popolari (nei casi municipali) o Podemos (nel caso delle regioni) con il supporto durante l'investitura di altre formazioni di (centro)-sinistra, in particolare il PSOE (Partito socialista operaio spagnolo). Questo é stato storicamente la principale alternativa alla destra in un quadro bipolarista, ha subito una debacle per la sua incapacità di gestire la crisi, però recentemente ha avviato un processo di rinovamento interno (i cui esiti sono ancora da valutare), sicuramente stimolato dal nuovo quadro sociale. Su alcuni media tedeschi, viene quasi data per scontata o al meno auspicata una coalizione PP-PSOE (a stile loro e nell'ottica della difesa di una politica "moderata" che marginalizzi presunti estremismi). Questa possibilità é quanto meno remota.